Leggo con dispiacere su Petrolio che l’emendamento “retrofit elettrico” non è passato, anzi peggio: opposizione e fette di “maggioranza” ne hanno approvato uno ancor più restrittivo sulle modifiche possibili.
Apprezzo l’ottimismo dei “cinquecentisti” che sul blog di ASPO, richiamandosi alla lotta di Gandhi, ricordano che in una buona causa non ci sono mai sconfitte ma temo che il nostro parlamento tutto sia completamente accecato dal mito dello sviluppo o sia quantomeno fortemente miope.
Come altro definire infatti l’imposizione di questa limitazione ad un recupero tutto sommato abbastanza economico (decrescente?!) di vecchie ed inquinanti auto, a favore probabilmente dell’acquisto di una nuova e fiammante mangiapetrolio magari “made in Italy”?
Oppure vogliono ancora farci credere che non ci sono alternative possibili all’auto tradizionale? Ma allora negli States, patria del liberismo, che ormai da destra quanto da sinistra prendono ad esempio, come mai questa (sponsor di lusso i fondatori di Google) e queste auto sono regolarmente prodotte e, pare, anche vendute nonostante i prezzi?
O grazie ai prezzi, alti abbastanza da far girare il mercato… appunto.
;-(
Questi signori evidentemente avrebbero fatto molto bene a partecipare all’incontro in cui una classe di studenti di Donoratico, analizzando la rubrica “terra terra” de IlManifesto, hanno illustrato il concetto di limite, arrivando alla semplice quanto evidente conclusione che:
«Se l’umanità conoscesse il concetto di limite, tutti consumeremmo meno delle nostre preziose risorse naturali»
Ma evidentemente questi ragazzi sono troppo oltre…