Nov 29 2008

L’ecologia ci salverà?

Il numero dell’Espresso attualmente in edicola contiene uno speciale su ecologia e rinnovabili. Anche senza correre in edicola consiglio l’attenta lettura dell’articolo online  “Giardino Europa“.

Cosa si evidenzia, di interessante per noi, in questo articolo?
Vediamo insieme di puntualizzarne i contenuti:

  • La comunità Europea punta fortemente sulle rinnovabili (l’Italia attualmente no)
  • “… nel 2007 il 19,8 per cento dell’energia elettrica consumata nel Paese iberico veniva dai parchi eolici. Con questa cifra l’anno scorso, in Spagna, il vento ha superato l’atomo. “Le energie rinnovabili possono contribuire da subito alla lotta al cambiamento climatico, mentre per il nucleare ci vogliono almeno 10-15 anni e investimenti estremamente più alti per costruire una centrale”, spiega una fonte della Commissione europea.”

    A differenza di quanto vogliono farci credere qui, la lotta al cambiamento climatico è possibile ora con le tecnologie di cui disponiamo largamente e soprattutto lavorando localmente.

    Infatti:

  • Gli investimenti in energie “verdi” restano sul posto e creano lavoro
  • Ma l’energia verde non è solo competitiva con l’atomo, lo è in generale. “È molto semplice”, spiega un’altra fonte dell’esecutivo comunitario, “se costruiamo un gasdotto diamo il denaro direttamente alla Russia, all’Algeria, all’Arabia Saudita, se costruiamo un parco eolico gli investimenti restano in Spagna, Danimarca e in Germania”. Paesi non citati a caso, sono i primi tre nello sfruttare il vento in Europa.”

    Anche dal punto di vista economico, pur non essendo grandi opere, viene rilevata la forte positività di un’economia “verde” ed in tempi di palese recessione non è poco.

    Un secondo vantaggio viene dalle dimensioni delle imprese coinvolte nelle rinnovabili:

    • La gestione della “rivoluzione verde” è in mano a piccole e medie imprese

    “A gestire questa rivoluzione verde sono una serie di piccole e medie imprese, le prime sorte in Germania e Svizzera negli anni Settanta ed Ottanta per rispettare gli obiettivi sulla decontaminazione e sul trattamento dei rifiuti. Da lì, l’attenzione è passata sulle rinnovabili grazie all’impulso dato a questo settore ancora dai governi di questi due paesi, poi dagli scandinavi, quindi dalla Spagna e ora da Francia e Regno Unito. Noi mangiamo la polvere. “L’Italia”, spiega Ferran Tarradellas, portavoce del commissario all’Energia Andris Piebalgs, “ha un potenziale enorme che non viene sfruttato. Potrebbe creare industria e occupazione in un settore destinato a generare una domanda fortissima nei prossimi anni”.

    Dove lo Stato è in grado di incentivare veramente l’innovazione le imprese (quelle vere, non i colossi immobili) si ingegnano a creare mercato e lavoro.

    I vantaggi?

    “… già adesso non sono comunque pochi. Secondo uno studio pubblicato a luglio dal ministero dell’Ambiente tedesco, per ogni euro investito nelle energie rinnovabili si risparmiano 1,6 euro in importazioni di gas o petrolio e in danni causati all’ambiente. E oltretutto gli euro investiti nel verde creano posti di lavoro…”

    Ma, come fanno notare quelli del Consiglio Europeo Energie rinnovabili (l’associazione di categoria) in realtà la lotta è tra la struttura industriale “antica” (l’attuale Confindustria) ed una nuova, più snella e veloce nel vedere il mercato nell’innovazione verde.

    “Per Turmes il futuro è chiaramente verde. “L’intero comparto dell’ecotecnologia”, sostiene, “può creare 3-5 milioni di posti di lavoro da qui al 2020, sfruttando il volano degli investimenti pubblici”.”

    Si tratta ovviamente di crederci (nell’eco-tecnologia) e di volere effettivamente traghettare il paese in un futuro eco-compatibile e più vivibile.

    Anche perchè di lavoro ce ne sarebbe da fare, infatti entrambe le filiere (solare ed eolica) qui da noi non sono complete mancando proprio chi produce le celle ed i generatori eolici…

    “Grandi attese. Peccato che di quei 75 miliardi di investimenti, molti potrebbero volare all’estero. Entrambe le filiere industriali, sia per l’eolico che per il solare, da noi sono monche. A monte, manca chi produce pale e celle, ossia gli strumenti per raccogliere vento e sole. L’Italia non ha un’industria di pale eoliche: l’89 per cento del mercato è dominato dalla danese Vestas, dalla spagnola Gamesa e dalla tedesca Enercon. Le imprese che producono celle, invece, dalle nostre parti si contano sulle dita di una mano: Eni, Solsonica, XGroup, Helios Technology più l’ultima arrivata, Omniasolar. La loro quota del nostro mercato è minima, appena il 10-15 per cento. Pigmei, rispetto alla berlinese Q-Cells o alla Sharp. Poche di più quelle che producono i pannelli: secondo il Gruppo imprese fotovoltaiche italiane, una ventina (incluse le suddette cinque).

    In questa situazione gli incentivi offerti dall’Italia per il solare (i più allettanti d’Europa) fanno di noi un appetibile terra di conquista.”

    ..ci sarebbe posto quindi anche per la grande industria, volendo.

    Questione di scelte insomma, quelle che da noi pare nessuno voglia prendersi la responsabilità di prendere.
    Noi qui all’I.T.I.S. “Einstein”, nel nostro piccolo con il perfezionamento Energetico-Ambientale, l’abbiamo fatto.
    E le previsioni al 2020 sembrerebbero darci ragione…

    😉

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    Nov 27 2008

    Eco-Concorso all’Einstein!

    Logo Eco-concorso

    Segnaliamo la pubblicazione del bando relativo all’Eco-Concorso collegato alla settimana DESS 2008 appena conclusa.

    Al concorso possono partecipare gli studenti di elementari, medie e superiori di Roma e provincia, con prodotti differenti per ordine di scuola come specificato nel volantino.

    La scadenza per l’iscrizione è il 23 gennaio 2008, la consegna dei lavori entro il giorno 8 febbraio 2009, la pubblicazione e le votazioni online dall’8 al 15 febbraio 2009 (su questo blog!).

    La premiazione avverrà il 17 febbraio 2009, ore 15.30 presso l’aula magna dell’ITIS “A. Einstein” di Roma.

    Bando e allegati.

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    Ott 27 2008

    Scuole Roma: 80% fotovoltaiche?!?

    Apprendiamo con piacere che il presidente della Provincia di Roma dichiara di volere installare il fotovoltaico sull’80% dei tetti scolastici della provincia di Roma.

    Ci complimentiamo per l’annuncio pur rimanendo parecchio scettici visto che l’Einstein chiede alla provincia tale installazione dal lontano 2006, data di inizio del nostro progetto Ein4Future.

    Stiamo ancora aspettando…  chissà se rientreremo nei 42 istituti preventivati per il 2009?
    🙁

    Di passaggio ci permettiamo di offrire un suggerimento:  la raccolta differenziata a Roma va potenziata. Quale modo migliore del partire dalle scuole per diffondere l’abitudine virtuosa alla differenziazione ed al recupero?

    Non dovrebbe essere difficile attrezzare le scuole con opportuni raccoglitori e posizionare nelle immediate vicinanze i bidoni differenziati… e non dovrebbe essere neanche tanto costoso, no?

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    Lug 27 2008

    Fotovoltaico di… montagna

    Carano (TN) è il ridente paese, appena sopra Cavalese, dove abbiamo passato un paio di settimane di riposo e camminate nella natura.

    Centrale Fotovoltaica

    Ma oltre ad essere un posticino tranquillo dove le persone ti salutano per strada anche se non ti conoscono, è uno dei pochi paesi della valle dotato di un impianto fotovoltaico di tutto rispetto.

    Giuro che non lo sapevo quando l’ho scelto!

    Poco meno di 500KW (circa 3000 pannelli in silicio monocristallino di cui il 10% orientabili) disposti in uno spiazzo sulle montagne appena sopra al paese (in effetti poco pubblicizzato e difficile da trovare senza chiedere) che rendono praticamente autosufficiente, dal punto di vista energetico, tutto il paese.

    Naturalmente ho trovato e fotografato l’impianto.

    😉

    Eccolo

    particolare dell\'impianto

    ancora campo fv

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    Mag 25 2008

    Energie da rinnovabili in Italia

    produzione energia da rinnovabili in ItaliaL’amico e collega “Elettrico” con il suo gruppo sta mettendo a punto una mappa delle centrali che producono energia da fonti rinnovabili.

    Sarebbe interessante aggiungere anche gli impianti fotovoltaici ed altre realtà produttive “casalinghe”.

    Vogliamo aiutarlo, segnalando impianti attualmente non mappati?

    😉

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    Mag 25 2008

    Ambiente, energie e crescita.

    Stiamo assistendo ad un bombardamento mediatico che ci deve convincere del fatto che la soluzione di tutti i nostri problemi sia la crescita, intesa essenzialmente come economica.
    Devo confessare che sono fortemente preoccupato quando sento eminenti personaggi pubblici (politici, industriali, economisti etc.) affrontare tutti i problemi come sottoprodotto dell’economia stagnante.
    Una volta perlomeno queste persone si facevano consigliare da esperti nei vari settori, ora parlano come dei qualsiasi lobbisti che devono piazzare i prodotti dei propri sponsor.

    Mi scuso, ma visto gli argomenti il post sarà decisamente lungo e con parecchi approfondimenti e riferimenti esterni.

    1.  La soluzione all’invasione della mondezza?
    Inceneritori, inceneritori ed ancora inceneritori.

    Non che sia esperto di questo particolare argomento, però senza citare leggi fisiche (tipo nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma= che resta dopo bruciato?), a puro lume di logica e con un tantino di immaginazione direi che la soluzione della “monnezza” non può essere univoca e

    • se ne producessimo di meno
    • se differenziassimo prima della discarica
    • se eliminassimo gli imballaggi inutili
    • se recuperassimo tutto il recuperabile,

    a monte della discarica, forse una parte del problema l’avremmo già risolta e, tolta l’emergenza, potremmo anche pensare di valutare soluzioni alternative all’inceneritore (pardon, termovalorizzatore) che pure esistono e sono usate, altrove.

    2.  La carenza di energia ed i suoi alti costi?
    Centrali nucleari, che diamine
    … e pure di ultima generazione così gli ambientalisti del fare sono contenti.

    Peccato che questo reattore di generazione IV non sia atteso prima del 2025 (e non convinca un fisico come Rubbia) e dunque si parli ancora di terza generazione, quindi con tutti i problemi che nel 1987 convinsero gli italiani ad uscire dal nucleare (un po’ di storia e tecnologia).

    Come si intuisce anche dall’articolo de IlSole24ore chi parla di ritorno al nucleare parla in realtà di una filiera, un sistema a cui bisognerà dedicare ingenti risorse ignorando:

    • la finitezza delle riserve di Uranio (come per il petrolio) ed il suo costo (in salita)
    • il fatto che dovremmo comunque acquistarlo all’estero
    • i problemi derivanti dallo smaltimento dei rifiuti radioattivi !
    • la richiesta di elevati standard di sicurezza, che fa lievitare il prezzo del KW elettrico
    • le problematiche (ed i costi) di smantellamento della centrale a fine esercizio
    • la disponibilità di siti adatti

    Ma anche tralasciando i punti sopra esposti, quello che non ci dicono è che anche decidendone oggi la costruzione l’energia da fonte nucleare non sarà disponibile prima di 10 anni e, a meno di non partire con almeno una (?!?) centrale per regione (vi immaginate, parliamo di federalismo fiscale, poi costruiscono una centrale nel Lazio per dare energia magari alla Lombardia?) quale quota percentuale del fabbisogno elettrico potrà coprire il nucleare?

    Due dati, estratti direttamente dal sito della Terna,  ci dicono che oggi servono circa 35000 MW (con picchi fino a 50000MW in situazioni particolari); una centrale nucleare in genere è di taglia 1000 o 1200 MW… fatevi voi il calcolo percentuale: io non dico niente… ma neanche vi posso nascondere che da decenni nel mondo occidentale non si costruiscono più centrali nucleari, come si può verificare da fonte non di parte.
    Ci sarà pure un motivo, come significherà qualcosa che ormai negli USA (cui ci vogliamo spesso ispirare) il trenta per cento (30%) dell’elettricità installata nel 2007 è prodotta dall’eolico!

    Quello che mi preme dire è che credo sia opportuno puntare sulle energie rinnovabili (un mix ovviamente) e che convenga farlo ora, che abbiamo ancora una struttura industriale e scientifica, le infrastrutture adatte a effettuare la transizione.
    Tra poco, se il petrolio continuerà a salire e ad essere sempre meno disponibile, potremmo non aver più il tempo per operare questo cambio di direzione.
    E non è solo un discorso ambientalista: i pannelli fotovoltaici, le turbine eoliche non li possiamo costruire in casa… servono industrie, ricerca, trasporti e personale in grado di gestirli, installarli e farli funzionare come per tutti gli apparati di un certo livello di complessità.

    La vogliamo impostare questa questa ristrutturazione industriale?

    3.  Il problema ambientale?
    Sviluppare le tecnologie
    (si, le stesse che l’hanno creato) è la soluzione.
    Che poi mica siamo così sicuri che la CO2 aumenti per colpa nostra, né che il riscaldamento globale sia a noi imputabile! (qui si citano ricerche scientifiche, due o tre, ignorando l’espressione di fior di istituzioni scientifiche internazionali.. solo qualche migliaio di scienziati sfigati e/o ambientalisti).

    Temo che il problema non sia solo nel migliorare la tecnologia, quanto nel selezionarla.  Se il miglioramento delle prestazioni di un’automobile permette di consumare meno ed inquinare relativamente meno ma viene usato per aumentare le vendite.. è ovvio che non abbiamo migliorato la situazione ambientale (nè il consumo di risorse).

    Il problema ambientale è indissolubilmente legato agli altri due, ma è anche un problema se vogliamo etico: quanto è corretto consumare l’ambiente ora lasciando i guasti a chi verrà? E quanto è giusto che per mantenere i nostri stili di vita decisamente spreconi) si costringa altri a tenerne ai limiti della sussistenza?

    Perchè se la nostra impronta ecologica è superiore a 1 significa che stiamo consapevolmente consumando le risorse di qualcun altro.

    Pensiamoci, la prossima volta che entriamo in un centro commerciale… magari riprenderemo il discorso in altro momento.


    Mag 22 2008

    Laboratorio Fotovoltaico!

    Con il corso ormai alla fine siamo riusciti finalmente a verificare il sistema completo stand-alone montandolo, ahimè, al chiuso del laboratorio vista l’incessante pioggia dell’ultima settimana.

    Ecco le foto dell’evento…  speriamo che il tempo sia più clemente la prossima settimana in modo da poter testare tutto il sistema esposto finalmente al sole!

    pannelli fotovoltaici pannelli FV il resto del sistema FV

    sistema stand alone: batterie, inverter, regolatore di carica particolare della batteria il regolatore di carica

    pannello controllo regolatore di carica l\'inverter Il gruppo del corso in azione

    ancora il gruppo gruppo, docente e sistema FV ultima foto del gruppo

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    Gen 01 2008

    Il sole per tutti!

    Iniziamo il nuovo anno con una buona notizia per l’ambiente e, probabilmente, per l’occupazione sostenibile.

    La provincia di Roma finanzia un corso di 500 ore per installatori/manutentori di impianti solari termici; il corso è completamente gratuito ed è possibile presentare la domanda entro il 15 gennaio 2008.
    Ulteriori info sul sito AssForSEO.

    Felice 2008 solare!

    😉


    Dic 31 2007

    Pannelli fotovoltaici da 1$ al Watt

    Un’ultima buona notizia per l’anno che passa: la Nanosolar ha annunciato l’avvio della produzione di pannelli solari flessibili (suppongo vada letto: a film sottile) da 99centesimi di dollaro al Watt. Praticamente un costo competitivo con la produzione di elettricità da carbone (anche quello “pulito” che tanto piace al nostro Enel).

    Purtroppo, nonostante noi si sia il paese del sole con un ministro per l’ambiente verde, la prima fabbrica europea sarà aperta in… Germania.

    “L’azienda Usa ha annunciato l’imminente apertura di un suo secondo impianto di produzione in Germania, dove la richiesta di pannelli solari è in forte aumento. «I nostri primi pannelli solari verranno usati in una centrale di produzione elettrica in Germania – ha precisato il manager della Nanosolar in Svizzera, Erik Oldekop – il nostro obiettivo è quello di produrre pannelli da 99 centesimi a watt, paragonabile al prezzo dell’elettricità prodotta dal carbone».”

    Ed anche se la logica di produzione sembra ancora avvantaggiare le megacentrali piuttosto che la produzione diffusa, è un bel passo avanti per la diffusione delle rinnovabili.
    Ministro, ci diamo da fare anche qui?

    Fonte: LaStampa.it , QualEnergia


    Dic 23 2007

    Computer a pedali?!?

    Letta questa notizia, non mi sono meravigliato più di tanto… visto il prezzo del petrolio e l’ormai assodato raggiungimento del picco di produzione ho idea che a breve anche i nostri laboratori scolastici richiederanno una “prestazione aggiuntiva” a docenti e studenti, se vorranno ancora utilizzarli.

    Ok, sono pessimista in questo periodo, ma vi informo che stiamo chiedendo alla Provincia di finanziare i tetti fotovoltaici almeno per la parte destinata a coprire i nostri consumi informatici.
    Ci faranno questo regalo di Natale?
    Ma soprattutto, lo faranno alla città di Roma diminuendo la produzione di CO2?

    Dimenticavo… felici festività!


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