Il tempismo mediatico (coincidenza con le olimpiadi) con cui si è scatenata l’ennesima guerra nel mondo lascia decisamente perplessi (l’analisi di Scalfari).
Eppure questa volta su alcuni TG e nella stampa nazionale è trapelata l’idea che il vero motivo scatenante possa essere in realtà questo:

il controllo dell’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan che permette all’oro nero del Caspio di arrivare nella nostra Europa senza utilizzare le pipeline controllate direttamente dalla Russia.
Ed il primo operatore di questo oleodotto è la BP (ex British Petroleum), società il cui marchio ultimamente è stato rifatto.
Osservatelo prima e dopo il restyling:
In questo caso va notato che il sole ed il verde che lo circonda devono sottolineare l’energia positiva sottesa al cambio di brand in Beyond Petroleum (oltre il petrolio) e testimoniare l’impegno “ambientale” della società che dispone anche di una divisione per il solare.
O più verosibilmente fa pensare che, sfruttata l’ultima goccia di petrolio, sempre da loro dovremo andare per mantenere il nostro stile di vita energetico (od almeno una sua parvenza). 🙁
Ma tornando alla notizia, temo che nei prossimi anni cercheranno di farci assuefare ad immagini come queste in posti dove la vita è forse solo una pallida imitazione di quella sfarzosa occidentale ma che hanno il difetto di trovarsi sulle vie dell’energia, quella che serve a noi ovviamente.
Possiamo intervenire per prevenire tutto questo?
Possiamo dire di voler vedere solo “conflitti” che finiscano così?
Forse potremmo almeno tentare, prima che anche il nostro stile di vita diventi solo un ricordo, il ricordo di una civiltà costruita sul sangue di innocenti…
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